Bonus edilizi 2024: quali agevolazioni per le porte interne?

11 Gen 2024

Inizia l’anno nuovo e, prima di avventurarci in nuovi progetti e ristrutturazioni, forse è meglio controllare quali siano i bonus edilizi in vigore nel 2024.

Quali bonus edilizi ha dunque mantenuto l’ultima legge Finanziaria? Come sono cambiate le agevolazioni fiscali rispetto al 2023? Ci sono nuove opportunità?

Ma soprattutto: quali bonus edilizi permettono di sostituire le porte interne in detrazione o con sconto in fattura?

Per rispondere a queste domande, sarà innanzi tutto bene chiarire di cosa sono i bonus edilizi: si tratta per lo più detrazioni IRPEF, ovvero di rimborsi che vengono recuperati dalle imposte sul reddito già versate dal contribuente all’Erario. Un esempio pratico: se ho teoricamente diritto a 10.000 € di bonus edilizio, ma ho versato solo 6.000 € di IRPEF, avrò una capienza di 6.000 €. I restanti 4.000 €, quindi, non potranno essere recuperati tramite detrazione fiscale.

Stop al Bonus Barriere Architettoniche 75% (per ora)

Non si possono più cambiare le porte interne con il Bonus Abbattimento Barriere Architettoniche.

Con il Decreto n. 212 del 29/12/2023, infatti, il legislatore ha stabilito inequivocabilmente che il Bonus 75% destinato all’eliminazione delle barriere architettoniche in edifici e strutture residenziali:

  1. Non può più essere applicato alla sostituzione di infissi e serramenti, e dunque nemmeno alle porte da interno.
  2. Non prevede più cessione del credito o sconto in fattura, eccezion fatta per i condomini (solo per le parti comuni) e per persone fisiche con un reddito annuo inferiore ai 15.000 €.

Come chiarisce una nota del Governo, il provvedimento si è reso necessario “a tutela delle persone con disabilità e al fine di evitare l’uso improprio dei bonus per l’abbattimento delle barriere architettoniche”. Nella nuova configurazione, dunque, l’agevolazione – valida fino al 31 dicembre 2025 – si applica agli interventi aventi per oggetto esclusivamente scale, rampe, ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici.

Resta inteso che chiunque abbia iniziato i lavori o stipulato un accordo vincolante prima del 30 dicembre 2023 abbia diritto al bonus secondo le modalità ante-decreto.

Mentre pubblichiamo, sono in corso i canonici 60 giorni per l’impugnazione del Decreto e per eventuali modifiche, prima che diventi Legge dello Stato. Seguiranno dunque aggiornamenti su questo punto.

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Bonus Ristrutturazione 2024 al 50%

Resta valido invece il Bonus Casa, altrimenti noto come Bonus Ristrutturazione.

Ovvero: quando la sostituzione delle porte interne rientra in una più ampia operazione di ristrutturazione edilizia, è possibile fino al 31 dicembre 2024 detrarre la spesa totale al 50%.

Ciò significa che, sostituendo solamente le porte da interno, senza altre opere cosiddette “trainanti”, non si avrebbe diritto al Bonus Ristrutturazione 2024.

La detrazione sulle porte interne è dunque prevista solo se il loro acquisto e installazione sono compresi negli interventi classificati come “manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo o ristrutturazione edilizia”. A scanso di equivoci, si tratta di quelle operazioni per le quali occorre un’autorizzazione comunale: CILA, SCIA o permesso di costruire.

Fissiamo i punti fondamentali del provvedimento:

  • Per chiunque abbia avviato l’iter autorizzativo comunale dopo il 17 febbraio 2023, il bonus non prevede più la possibilità di sconto in fattura o cessione del credito.
  • La detrazione fiscale viene recuperata in 10 anni (una rata di pari importo ogni anno).
  • La spesa massima detraibile è pari a € 96.000 per unità immobiliare.
Ecobonus 50%

L’Ecobonus è un’agevolazione fiscale del 50% in 10 anni, che si applica quando la sostituzione delle porte interne comporta un miglioramento delle prestazioni energetiche dell’edificio.

Nella maggior parte dei casi, questo succede quando la porta separa – favorendo l’isolamento termico – una stanza priva di riscaldamento dal resto della casa.

La grande differenza rispetto al Bonus Ristrutturazione è che in questo caso non è necessario far rientrare il cambio delle porte nell’ambito di un macro-intervento trainante.

È tuttavia fondamentale dimostrare che l’installazione della porta abbia effettivamente comportato un efficientamento energetico, attraverso apposite attestazioni (APE, Asseverazione, Comunicazioni ENEA ecc.) rilasciate da tecnici abilitati.

Negli edifici condominiali, la detrazione può arrivare al 65% nel caso in cui le nuove porte termoisolanti separino ambienti riscaldati e ambienti freddi di parti comuni.

Sismabonus 2024: dal 50% all’85%

Il Sismabonus è un’agevolazione pensata per migliorare le prestazioni antisismiche delle nostre abitazioni: l’Italia è infatti un territorio esposto a un notevole rischio sismico, e la prevenzione può evitare parte dei disastri vissuti purtroppo negli anni passati.

Per le spese di messa in sicurezza antisismica sostenute fino al 31 dicembre 2024, la detrazione spetta nella misura del 50% su un massimale di 96.000 € per unità immobiliare ed è recuperabile in cinque quote annuali.

Si tratta di un tetto di spesa in cui è possibile ma risulta molto difficile far rientrare anche l’acquisto e l’installazione di porte interne, poiché gli interventi antisismici sono di per sé piuttosto onerosi.

In ogni caso, la detrazione sale alle aliquote del 70%, 75%, 80% e 85% nel caso di interventi che permettano un miglioramento di una o due classi antisismiche, in unità unifamiliari o condominiali.

Superbonus 70%

La Legge di Bilancio 2024 abbassa ulteriormente l’aliquota del Superbonus dal 90% al 70%, per poi scendere al 65% nel 2025. Da quest’anno l’agevolazione riguarderà i soli condomini. Stiamo parlando ovviamente dell’ex superbonus 110%.

Anche il Superbonus riguarda maxi-interventi mirati all’efficientamento energetico o al miglioramento delle performance antisismiche, ma a differenza degli anni scorsi non prevede più lo sconto in fattura o la cessione del credito.

Come per il Sismabonus, è molto complicato far rientrare nell’agevolazione Superbonus anche la sostituzione di porte interne, poiché gli interventi da mettere in detrazione solitamente sono molti e complessi, a fronte di massimali rigidi e vincolanti.

Un approfondimento sul Superbonus 70% è comunque disponibile a questo link.

Quali documenti occorre conservare?

Ogni bonus ha il suo iter, ma in generale in sede di dichiarazione dei redditi o di verifica da parte dell’Agenzia delle Entrate, i documenti sempre richiesti (e da conservare) sono:

  • le fatture relative alle spese sostenute, con indicazione dell’intervento di ristrutturazione e dei dati catastali dell’immobile;
  • le ricevute dei bonifici bancari o postali, che rechino in causale il numero e la data della relativa fattura;
  • i dati fiscali del richiedente la detrazione;
  • i dati fiscali del beneficiario del bonifico;
  • l’eventuale pratica edilizia e la notifica preliminare.
Quale I.V.A. sulle porte da interno?

Chiudiamo questo excursus con una domanda molto frequente: come si calcola l’IVA sul cambio delle porte interne? La risposta – a parole – è abbastanza complessa.

Proviamo a fare chiarezza anche su questo punto, magari aiutandoci con un esempio:

iniziamo col dire che le porte interne sono considerate beni significativi, e ai beni che rientrano in questa categoria è applicata l’I.V.A. composita, con parti di spesa ivate al 10% e altre al 22%. Alla posa in opera viene sempre applicata l’I.V.A. al 10%, mentre alle porte vere e proprie si applica l’I.V.A. al 10% sulla differenza tra l’importo complessivo dell’intervento e il costo effettivo dei prodotti, e l’I.V.A. ordinaria al 22% sul valore residuo.

Serve un’ulteriore spiegazione? Ecco l’esempio promesso.

Poniamo di aver acquistato e installato delle porte da interno Venus Design al costo totale di 8.000 €. L’installazione è costata 2.000 € e su questa prestazione lavorativa si pagherà l’I.V.A. al 10%. Le nostre porte Venus Design sono invece costate 6.000 €: in questo caso l’I.V.A. al 10% si applica su 2.000 €, e l’I.V.A. al 22% sui restanti 4.000 €.

Questo perché:

  • posa in opera: 2.000 € con I.V.A. la 10% >> 200 €
  • merce ivata al 10%: 8.000 € (spesa totale) – 6.000 € (costo merce) = 2.000 € con I.V.A. al 10% >> 200 €
  • merce ivata al 22% sui rimanenti 4.000 € del costo merce >> 880 €.
  • I.V.A. totale >> 200 + 200 + 880 >> € 1280 su una spesa di 8.000 €.

In ogni caso, qualora ci siano dubbi o necessità di informazioni dettagliate in merito alla detraibilità fiscale delle porte Venus Design, invitiamo tutti a contattare i nostri rivenditori per ricevere qualsiasi chiarimento.

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